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Cronaca

Covid, Comitato scuola in presenza su mascherine e dintorni: "Sulle nuove regole più ombre che luci"

Il presidente Cesare Natoli mette in guardia sulle "possibili derive da parte di docenti e presidi o sindaci e amministratori vari" in caso di innalzamento dei contagi. "Il pericolo è quello cha tanti insegnanti si vestano da ufficiali sanitari e si sentano autorizzati ad imporre obblighi in presenza del primo starnuto"

"Più ombre che luci" col il rischio "di derive da parte di insegnanti e presidi o sindaci e amministratori vari". Il Comitato Scuola in poresenza bolla così le nuove indicazioni per il nuovo anno scolastico 2022/2023 elaborate come proposta per il nuovo governo dai ministeri della Salute e dell’Istruzione, l’Istituto Superiore di Sanità e la Conferenza delle regioni.

Mascherine a scuola: chi le indosserà ancora da settembre

"Il nostro Comitato - si legge in una nota del presidente Cesare Natoli -  le considera ancora non pienamente soddisfacenti in quanto si prevede uno scenario 2 (in caso di innalzamento dei contagi) col ritorno di restrizioni; tuttavia, va registrato, come elemento positivo, che gli studenti e le studentesse non avranno  più obbligo di mascherina, perlomeno a settembre. Una buona notizia per i nostri bambini e le nostre bambine, per i ragazzi e le ragazze. Ma si tratta, appunto, di ciò che è previsto nello scenario 1: in una condizione, cioè, di relativa tranquillità epidemiologica. Se la situazione evolve in peggio si passerebbe allo scenario 2. Ma, ci chiediamo, chi deciderà e su quali basi quando lo scenario è mutato? E inoltre, perché dare spazio nuovamente a pericolose interpretazioni localistiche dei provvedimenti sanitari sulla Scuola? (perché questo consentirebbero le indicazioni appena pubblicate). Non si può frequentare la scuola – continua il documento – in caso di febbre ma con lievi sintomi respiratori sì (anche se è obbligatoria, in questo caso, la mascherina). Il raffreddore non rientrerebbe in queste casistiche, ma la soggettività della scelta su cosa sia sintomo o no ci preoccupa molto. Chi stabilisce l’entità di sintomi sulla cui base far mettere la mascherina agi alunni? I docenti, i Presidi? E poi, in questi casi non si parla più nemmeno del Covid in via esclusiva ma anche di lieve patologia simil-influenzale. Alla luce delle esperienze vissute negli ultimi due anni e mezzo, il pericolo è quello cha tanti insegnanti si vestano da ufficiali sanitari e si sentano autorizzati ad imporre obblighi in presenza di starnuti o colpi di tosse degli studenti. Per non parlare dei rischi legati a decisioni autonome di sindaci o governatori di regione. Nel complesso, continuiamo davvero a non comprendere il perché di questo accanimento nei confronti dell'ambiente scolastico e dei suoi principali fruitori: bambini e ragazzi".

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Secondo il Comitato scuola in presenza, i danni che restrizioni e mascherine provocano alla relazionalità didattica e, per i più piccoli, anche sul piano strettamente cognitivo, avrebbero dovuto avuto maggior considerazione rispetto alla prevenzione dalla malattia da Covid- Sars 19 e mette in guardia sulla necessità di dare alle ragioni pedagogiche più spazio rispetto a quelle sanitarie.

"Ancora una volta, invece, si continua a restare vittime dell’effetto tunnel, del guardare ad un solo obiettivo, senza curarsi di tutto il resto - si legge nel documento -  La nostra analisi, comunque, ci fa ritenere che in virtù delle elezioni ci sarà finalmente un progressivo allentamento delle restrizioni pandemiche. Chi arriverà, probabilmente, si impegnerà nella messa a disposizione di impianti di areazione (ultimo obiettivo o marchetta di questa pandemia; basterebbe ricambiare l’aria come si è sempre fatto).  Il nostro Comitato, in ogni caso, vigilerà affinché non siano applicati protocolli più restrittivi, ricorrendo se necessario, e come fatto in passato con successo, anche alle vie legali. In questo momento, il nostro obiettivo è quello di capire quali forze politiche si impegneranno a investire davvero sulla scuola e a considerare i più piccoli cittadini non solo come individui da proteggere da una malattia che ad essi causa una lieve sintomatologia, ma soprattutto da ascoltare, comprendendone  disagi e  bisogni profondi.  L'augurio, in definitiva, è che tali proposte – perché, ricordiamolo, di questo ancora si tratta e non di norme già vigenti –  vengano dunque rigettate, nei loro aspetti più restrittivi, dal nuovo governo. Nel frattempo - conclude  Natoli -  ci impegniamo a far vivere questi ultimi giorni di vacanze ai nostri figli e alle nostre figlie nella maniera più libera e gioiosa  possibile: hanno bisogno di serenità, dopo due anni e mezzo assurdi".

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