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Cronaca

Coronavirus dà il colpo di grazia ai piccoli teatri: “Senza andare in scena non portiamo i soldi a casa”

Realtà già sofferenti fortemente colpite dall'emergenza del Covid-19. Il grido d'allarme di Clan Off e Teatro dei Naviganti: "Cultura già debole ne risente prima di tutti"

E se di teatro non si campa in tempi di pace figuriamoci in tempi di coronavirus.

Nei momenti di crisi, infatti, a soffire sono sempre i settori che già vivono nella precarietà come quello culturale. In città come in tutto il Paese, dove i teatri stabili chiudono i battenti e le stagioni delle associazioni musicali subiscono una battuta d’arresto, non va di certo meglio per le realtà piu piccole come compagnie e associazioni. Tanti attori e produttori impegnati in stagioni all’attivo organizzate senza contributi o finanziamenti esterni che vanno avanti con spirito di sacrificio grazie ad un pubblico pagante che dà il suo contributo per coprire almeno le spese.

Ma come stanno reagendo le piccole realtà teatrali messinesi dopo il decreto che impone lo stop agli spettacoli per contenere il coronavirus? Abbiamo raccolto alcune testimonianze che sottolineano le difficoltà di un settore già sofferente.

“Con amarezza e tanto dispiacere ma anche con forte coscienziosità - spiega Clan Off Teatro sulla propria pagina Facebook -  seguiamo le disposizioni  del governo che ha sospesospettacoli e gli eventi fino al prossimo 3 aprile. Siamo molto rammaricati e seriamente preoccupati per quanto sta accadendo non solo per il danno economico che ne deriva, come facilmente si può immaginare, per il nostro settore. Ma anche per la profonda incertezza del prossimo futuro. Senza tutele. Senza sicurezze. Vogliamo auspicare che questa sia una importante occasione per una riflessione, attenta e condivisa, su quanto precaria sia la condizione dei lavoratori dello spettacolo e quali siano le contromisure da adottare immediatamente, ché non possono davvero essere più procrastinate, per salvaguardare la cultura”.

Parole forti queste che mettono  in luce la condizione difficile di chi fa l’artista che se non sale sul palco non solo non porta soldi a casa e non gode di alcuna tutela. 

“Ci stiamo adeguando - precisa l'artista Giovanni Maria Currò - alla situazione non possiamo fare altro non è colpa di nessuno, già andavamo avanti con molta sofferenza eravamo in un equilibrio precario, la nostra è una realtà privata che dipende dai soldi degli incassi,  la cultura è già debole ed è quella che ne risente prima di tutti. Sicuramente se facciamo tutto ciò che viene chiesto si potrà rientrare presto nella normalità”.  In Italia di certo non si vive di teatro ma il cartellone Claff Off era stato accolto positivamente dalla città . “La nostra stagione stava andando bene,  adesso in attesa che la situazione si sblocchi posticiperemo gli spettacoli  che si protrarranno fino a fine maggio. Certo quello che ci tiene  a sottolineare  è che le utenze dovranno essere pagate e chi di dovere bovrebbe  tenere conto delle difficoltà contingenti.

Situazione non certo diversa per il Teatro dei Naviganti. “Abbiamo sospeso la stagione per un senso di responsabilità civica, inoltre le sale sono piccole e per garantire il metro di distanza avremmo avuto un’ulteriore riduzione di pubblico- racconta Maria Pia Rizzo- viviamo un periodo di grande confusione in cui non è facile stabile un equilibrio tra prudenza e isteria”. 

“Già il teatro non è il piu frequentato di questo mondo bisognerebbe approfittare di questa assenza per coglierne il vero valore, ma chi sentirà veramente la sua mancanza ?” Si chiede con amarezza. Domanda lecita perché se a chiudere bar e pizzerie si genere il panico, succederà lo stesso con i teatri? Ciò che è certo è che i messinesi vanno troppo poco a teatro, eppure c’è così tanto talento anche fuori dalle grandi stagioni . “Siamo serenamente rassegnati e disposti a collaborare per non mettere a repentaglio la salute di nessuno, sperando che questi sacrifici serviranno a qualcosa e a far comprender il valore della mancanza.  

Rizzo lancia poi un appello :“Venite a scoprire realtà piu piccole  che rappresentano dei veri gioielli che andando solo nei grandi teatri  vi perdereste. Sapete c’è una vita oltre la grande platea”. 

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