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Cronaca

Quando un tampone smentisce l'altro, la vicenda di due messinesi bloccati in casa dai "falsi negativi"

L'esito del test rapido dell'Usca, ribaltato dal molecolare. Confusione e disagi per chi non riesce a capire se è guarito dal Covid e nel frattempo è costretto a ritornare in quarantena

Due tipologie di tampone, due risultati diversi. Non sono pochi i messinesi che negli ultimi giorni vivono nell'incertezza senza poter sapere se sono guariti dal Covid. La colpa è dei "falsi negativi" i test rapidi che erroneamente indicano la guarigione dal virus per poi essere di fatto smentiti dai molecolari. Questa la conseguenza delle nuove disposizioni in merito al tracciamento e alla gestione dei contagi. Al momento, per poter interrompere l'isolamento, basta un test rapido effettuato dall'Usca o in farmacia. Ma in diverse occasioni chi è tornato a muoversi liberamente in virtù del responso negativo del tampone antigenico, si è trovato davanti ad un'amara sorpresa quando il test molecolare, eseguito a pagamento, ha dato esito positivo.

Confusione e disagi sono inevitabili soprattutto per chi ha parenti a rischio o deve tornare a lavoro. Questo il caso di due nostri lettori che hanno raccontato la loro esperienza. La prima vicenda vede protagonista Alice, costretta ad osservare per ben due volte la quarantena a causa di un falso negativo. “Tutto è cominciato il 28 dicembre - racconta -  quando il mio compagno ha accusato sintomi influenzali. Insieme a lui ho deciso di sottopormi al tampone rapido, il primo test ha dato esito negativo per entrambi, ma in via preventiva abbiamo deciso di rimanere a casa”. 

Con sintomi ancora persistenti, il compagno di Alice esegue ben tre tamponi rapidi con esito sempre negativo. Il 31 dicembre si sottopongono entrambi a tampone molecolare al Palarescifina. “L’esito, arrivato il 3 gennaio, dà positivo per lui e negativo per me - prosegue Alice - Immediatamente è scattato l’isolamento per entrambi”. Proprio quel giorno anche lei comincia, però, ad avvertire i primi sintomi da contatto diretto.  “Ho quindi chiamato il numero verde per richiedere nuovamente un tampone molecolare, ma ecco l’amara scoperta: ormai tramite Usca potevo eseguire soltanto un rapido”.

Così la coppia aspetta il 10 gennaio per recarsi a fare il tampone di fine quarantena. “Dopo 5 ore di attesa in fila, arriva il nostro turno e al test rapido risultiamo negativi e addirittura io ricevo il green pass - precisa Alice-. Dunque avrei potuto circolare liberamente”. 

La ragazza, però, continua a non sentirsi ancora bene e decide di fare il giorno dopo un tampone molecolare in un laboratorio privato. “Avevo paura di infettare qualcuno - prosegue - E infatti non mi sbagliavo, perché questa volta sono risultata positiva”. 

Oltre il danno anche la beffa. Adesso per Alice è scattata una nuova quarantena. Sono già passati 17 giorni dal primo giorno di isolamento. “Ma ancora nessuno dall’Usca mi ha chiamata. Il ministero ha provveduto a revocare il green pass  - conclude -. Intanto i 10 giorni per me scadranno il 21 gennaio e non ho ricevuto da parte dell’Usca nessuna informazione riguardo l’appuntamento per il tampone di fine isolamento”.

Tamponi con esito opposto, l'Asp spiega cosa fare

La seconda storia riguarda un dipendente del Policlinico, tornato a lavoro dopo l'esito negativo del tampone rapido dell'Usca e rispedito poco dopo a casa dall'azienda in virtù dell'esito positivo del molecolare. Tutto questo a distanza di pochi giorni.

"A fine anno sono stato contagiato dal Covid - spiega - lo scorso 10 gennaio su richiesta dell'Usca di Saponara mi sono sottoposto al tampone rapido che dà esito negativo. In base alle nuove regole il giorno successivo mi presento quindi a lavoro, a distanza di 24 ore insieme ad altri miei colleghi vengo invitato a fare un molecolare che inaspettatamente è positivo. Non mi resta altro che tornare a casa. Ho chiesto contezza all'Asp mandando via mail i due referti totalmente contrastanti per capire cosa devo fare, ma nessuno ancora mi ha risposto".

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