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Cronaca

Ospedale Papardo, dirigente di urologia da nove anni ma è “inidoneo al concorso”

Bocciato per quell'incarico, il dottore Mastroeni resta responsabile della struttura. La denuncia di Antonino Calarco, uno dei vincitori, che si oppone ora alla richiesta di archiviazione. Per più di un motivo

E’ uscito dalla porta ed è entrato dalla finestra. E sta dentro da nove anni. E’ il dottore Francesco Mastroeni, bocciato al concorso in cui aspirava a diventare responsabile della struttura complessa di urologia all’ospedale Papardo e che invece si ritrova comunque a gestirla ormai da anni grazie alla nomina di “facente funzioni”.

Nel frattempo, chi quel concorso lo ha vinto, resta al palo perché lo stesso è stato revocato in autotutela. Si tratta di tre medici, di cui uno, Antonino Calarco ha presentato nel 2017 una denuncia che rischia ora di essere archiviata, proprio mentre si rinnova la proroga di “facente funzione” a Mastroeni.

Misteri della sanità pubblica. Ma Calarco non ci sta. E, tramite il proprio legale, si è opposto alla richiesta di archiviazione.

La storia

Calarco ha denunciato i responsabili  della azienda ospedaliera Papardo nel 2017 per aver mantenuto nell’incarico di facente funzione della struttura complessa di Urologia Francesco Mastroeni, sebbene lo stesso fosse stato giudicato non idoneo a rivestire la qualifica all’esito della procedura concorsuale, indetta con bando il 27 agosto 2010, per il conferimento dell’incarico quinquennale di direzione della struttura. La procedura aveva, invece, giudicato idoneo il denunziante ed altri due colleghi meno anziani. Calarco ha denunziato, altresì, che anche dopo la revoca in autotutela della procedura, i responsabili dell’azienda avevano continuato a mantenere Mastroeni nell’incarico di facente funzioni di direttore di Urologia.   

A giugno  del 2019, il pubblico ministero, pur riconoscendo che la revoca in autotutela delle procedure di selezione potesse essere viziata da eccesso di potere (essendo ancora pendente in altra sede giudiziaria il relativo procedimento volto ad accertarne la legittimità), ha ritenuto che non sussistesse alcuna fattispecie di reato, non ravvisando ipotesi di danno per il denunziate sia in quanto non era, di fatto, l’unico candidato dichiarato idoneo sia per l’assenza di danno patrimoniale.

Ma il danno – secondo Calarco e il suo legale Aurora Notarianni – resta più che evidente quantomeno nei confronti della stessa pubblica amministrazione che è la vera parte offesa. Oltre i cittadini tutti.

“Il conferimento di un incarico che dura da nove anni a un soggetto dichiarato inidoneo a ricoprirlo – è la sintesi dell’opposizione presentata da Calarco - oltre a non garantire la salute pubblica, si commenta da se e andrebbe valutato ricercando negli uffici amministrativi del Papardo la delibera che ha portato alla nomina del dottore Mastroeni, ma anche le valutazioni della commissione esaminatrice che lo ha bocciato e i compensi che lo stesso percepisce”.  Nell’opposizione si ricorda anche che l’art. 18, comma 4, del Contratto collettivo nazionale del lavoro dell’8 giugno 2000 sul  “Comparto Sanità –Area dirigenza medica”, riportato anche nel regolamento “affidamento, conferma e revoca degli incarichi dirigenziali” adottato il 30 giugno 2016 dalla direzione generale del Papardo,  stabilisce che la sostituzione del direttore della struttura è consentita solo per il tempo strettamente necessario ad espletare le procedure previste dalla normativa per il conferimento dell’incarico e comunque per un periodo non superiore a sei mesi, prorogabili per una sola volta fino a dodici.

Quello di Mastroeni ha certo superato il limite.

(integrazione 5 agosto ore 11.30) Il dottore Mastroeni fa sapere che ritiene lesivi i contenuti dell'articolo per la sua immagine, onorabilità e dignità personale e professionale che tutelerà nelle opportuni sedi.

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