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Cronaca

Fallimento Demoter, arrivano le condanne: sei anni all'ex presidente dell' Ance Carlo Borella

Il tribunale di Messina ha condannato 16 persone e ne ha assolte 4 nell’ambito del processo di primo grado nato dall’inchiesta della polizia denominata ‘Buco Nero’ che riguarda il fallimento dell’azienda di costruzioni Demoter che secondo la Procura di fu pilotato.

Sei anni di reclusione a Carlo Borella per il processo nato sulle ceneri della Demoter spa, la società dell’ex presidente dell’associazione dei costruttori che per anni ha operato nel settore degli appalti pubblici. Lo ha deciso la seconda sezione penale del tribunale di Messina che ha disposto complessivamente sedici condanne e quattro assoluzioni in primo grado nell’ambito del processo nato dall’inchiesta della polizia denominata ‘Buco Nero’.

Oltre i sei anni di reclusione per il costruttore Carlo Borella, anche 3 anni e 4 mesi per Claudio e Federica Borella, Cristian e Manuela Mazzola; 3 anni e 5 mesi per Domenica e Letizia Borella, 3 anni e 8 mesi Zelinda Borrella e Giuseppe Bottaro, tre anni e cinque mesi per Gianfranco Cucinotta, Agatino Spadaro e Patrizia Surace, compagna del costruttore; 2 anni a Daniela Lizzio, Sergio Zavaglia e Giosofatto Zimbé Zaire (per questi ultimi 3 la pena è sospesa).

Due anni di reclusione anche per Biagio Grasso, il geometra ex braccio destro di Borella nel frattempo diventato testimone di giustizia, teste chiave al processo contro i Santapaola di Messina denominato Beta. Assolti da tutte le accuse, i commercialisti Salvatore Cacace, Giuseppe Scandurra e Benedetto Panarello.

Carlo Borella-3La Demoter di Borrella, dopo essere stata posta in liquidazione volontaria, è stata smembrata in cinque rami d’azienda, affittati sulla scorta di perizie elaborate da compiacenti professionisti quasi nelle stesse date, in quello che gli inquirenti avevano definito “un unico disegno criminoso”.

Tra questi affitti di rami d’impresa anche quello a favore della Else spa e Fondazione Else srl, un espediente - secondo gli investigatori - adottato per sottrarre alla massa dei creditori beni per quasi undici milioni di euro.

Prima della richiesta di concordato preventivo, la Demoter, che partecipava anche al progetto di rinascita del quartiere Tirone a Messina, si era aggiudicata appalti per quasi sessanta milioni di euro. Poi il mancato rilascio della certificazione antimafia da parte della Prefettura di Messina in capo al titolare dell’azienda ritenuto in alcuni affari vicino all’esponente della mafia barcellonese D’Amico, hanno segnato la battuta di arresto della crescita della società che si aggiudicava appalti in mezza Italia, da Pescara a Milano. Erano 25 gli indagati, molti dell’area milanese oltre che di Messina, tra professionisti e imprenditori, coinvolti nella complessa indagine.

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