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Cronaca

"No a vigile attesa e paracetamolo contro il coronavirus", Mondello difende le cure precoci e si rivolge al prefetto

Il pioniere del protocollo M parla di aumento di guarigioni a domicilio grazie ai farmaci antibiotici e non ci sta a seguire la linea del ministero della Salute di attendere: "Ho guarito personalmente 1300 persone"

Non ci sta che in caso di coronavirus e isolamento domiciliare si stia con le mani in mano assumendo soltanto paracetamolo. Lorenzo Mondello, l'infettivologo messinese pioniere del Protocollo M, la cura precoce contro il Covid-19, difende il metodo di salvaguardia con farmaci comuni e routinari, cioè il betametasone e l'azitromicina come antibiotico, da sempre impiegati per malattie virali acute per curare il covid prima che possa degenerare.

Lorenzo Mondello, pioniere del Protocollo M

Mondello si è affidato ai social per dire la sua e potrebbe anche mettere in atto azioni di protesta: "Non si può cercare di far finta che non esistano terapie domiciliari e addirittura è molto grave vedere il ministro deputato alla salute dei suoi connazionali fare ricorso contro la libera espressione della professione medica che ha ottenuto nella fattispecie brillanti risultati, da tempo sotto gli occhi di tutti. Non sarà sfuggito a nessuno che da settembre 2020 a oggi, nonostante l'incremento di tipo epidemico del contagio rispetto alla I fase 2020, il numero dei "morti ufficiali" si sia ridotto enormemente, passando da 1000 a 300-400 al giorno. Segno che progressi ne sono stati fatti grazie alle cure precoci domiciliari - prosegue Mondello - dove più e dove meno, su tutto il territorio nazionale. Adesso che il Consiglio di Stato, su azione del ministro Speranza, ripristina la "vigile attesa e paracetamolo", che ne sarà di ognuno di noi? Rimanendo nel contesto della provincia di Messina, ritengo che questo messaggio di pericolosa attesa potrebbe provocare un numero incalcolabile di morti. Io non ci sto". Nel giorno della festa della Liberazione Mondello annuncia di aver curato e guarito personalmente e direttamente oltre 1300 persone grazie a cure precoci ed efficaci, senza "vigile attesa e paracetamolo", pazienti di tutte le età, di varie condizioni cliniche concomitanti. "E' mia intenzione rappresentare, quale infettivologo clinico con 35 anni di esperienza specialistica, alle Autorità governative, in persona di Sua Eccellenza il prefetto di Messina, lo stato di pericolo per la salute che è immanente - conclude il sanitario - e incombe sulla cittadinanza del capoluogo e della provincia. Persistendo questo "stato di necessità" assistenziale sanitario, inoltre, non esiterò a organizzare un sit-in pacifico per rappresentare al prefetto l'esigenza non più differibile che ogni cittadino venga curato tempestivamente con farmaci curativi, non con soli palliativi. Tutti siete, sin da ora, invitati a partecipare".

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