Stretto, l'odissea dei medici pendolari: "poche navi, biglietti costosi e sanzioni per chi non rispetta gli orari"
Lo sfogo dei professionisti che ogni giorno fanno la spola tra Messina e la Calabria. L'Ordine dei Medici scrive alle istituzioni e agli armatori privati. "Tolleranza per chi conduce una vita drammatica"
Continuano i disagi per i pendolari dello Stretto a causa delle disposizioni anti-coronavirus.
Dopo l'appello dei sindacati per aumentare il numero dei traghetti, arriva lo sfogo del personale sanitario che ogni giorno fa la spola tra Messina e la Calabria. E' direttamente l'Ordine dei Medici ad intervenire sui disagi patiti dai professionisti, con una lettera indirizzata al governatore Nello Musumeci, al sindaco Cateno De Luca e agli armatori privati.
"I turni nelle strutture ospedaliere - precisa il presidente dell'Ordine Giacomo Caudo - sono più stancanti di prima, in alcuni casi e nei reparti dedicati al coronavirus si possono definire massacranti, soprattutto per chi deve indossare tutto il giorno dispositivi di protezione, spogliarsi, rivestirsi e affrontare difficoltà finora in parte sconosciute. Premesso il massimo apprezzamento nei confronti del sistema da voi ideato di controllo e vigilanza dell'attraversamento, mi preme appellarmi alle vostre sensibilità per accendere i riflettori e risolvere alcune questioni legate all'attraversamento nello Stretto di Messina, riscontrate grazie a segnalazioni e contestazioni che ci sono pervenute in questi giorni da numerosi iscritti".
Secondo quanto riportato da Caudo molti medici sarebbero costretti a ore di fila per rientrare a casa, tempo che si aggiunge ai turni che spesso arrivano a 12 ore. Spesso, infatti, le quattro navi in servizio hanno orari incompatibili. "Ne servirebbero almeno sei", aggiunge il rappresentante di medici e odontoiatri.
Caudo chiede inoltre un canale preferenziale per i medici per l'imbarco e sottolinea l'alto costo dei biglietti per traghettare. "I medici sono costretti a pagare esosi ticket giornalieri (alcuni ci hanno mandato persino le ricevute); inoltre devono scendere dall'auto e recarsi in biglietteria rischiando ulteriormente il contagio. Bisognerebbe prevedere l'acquisto facendoli rimanere a bordo e una convenzione sui prezzi o, meglio ancora, un'esenzione a carico delle rispettive Regioni finché perdura l'emergenza".
In alcuni casi i professionisti sarebbero stati multati per essersi imbarcati a distanza di ore dalla fine del turno o per non aver vidimato i biglietti. "Chiediamo una tolleranza - conclude Caudo - assolutamente comprensibile e giustificabile, per chi è costretto ad una vita con ritmi drammatici in questo periodo, ai quali non si possono certo aggiungere ulteriori problemi né di natura economica, né di natura psicologica".