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Cronaca

Il Ponte sullo Stretto non ha un progetto pronto, il governo valuterà alternative

Il ministro alle Infrastrutture Giovannini a Festambiente ha parlato del collegamento tra Sicilia e Calabria e di come il programma portato avanti dall'ex governo Berlusconi non sia più attuale

"Oggi non abbiamo un progetto pronto per fare il Ponte di Messina. Il progetto dell'epoca non è attuale e non c'è un progetto pronto. Non c'è quindi neanche un costo associato, senza parlare dell'impatto economico, sociale e ambientale di un progetto come quello. Quel progetto non ha risposto alle prescrizioni di impatto ambientale e quindi fondamentalmente non è operativo. Il governo è pronto a procedere con uno studio di fattibilità tecnico-economico per valutarne la fattibilità di alcune alternative, avendo scartato i tunnel". Il ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, lo ha sottolineato in occasione di Festambiente, la manifestazione di Legambiente a Ripescia. A inizio mese l'audizione alla Camera del ministro dove era stato sottolineato che si sarebbe puntato sul prossimo anno per sciogliere le riserve su uno dei progetti più discussi negli ultimi decenni. La prima fase dello studio di fattibilità, incentrata a valutare le ipotesi di un collegamento a una o più campate, dovrebbe concludersi entro la prossima primavera. Poi seguirà un dibattito pubblico per pervenire ad una scelta condivisa con i diversi portatori di interesse coinvolti. Secondo Giovannini  "sarebbe opportuno prevedere l'istituzione di un Grupppo di Lavoro dedicato a supportare e coordinare l'intero processo, con la partecipazione di esperti e rappresentanti dei Ministeri coinvolti". 

Ponte, audizione del ministro alla Camera

Restano quindi in valutazione due progetti anche se non pronti: quello del ponte a campata unica e quello relativo alla soluzione a più campate. Ma il governo sembra già aver scelto. "Il sistema con ponte a più campate - ha detto Giovannini -  consentirebbe di localizzare il collegamento in posizione più prossima ai centri abitati di Messina e Reggio Calabria, con conseguente minore estensione dei raccordi multimodali, un minore impatto visivo, una minore sensibilità agli effetti del vento, costi presumibilmente inferiori e maggiore distanza dalle aree naturalistiche pregiate". Scartati invece il tunnel in alveo per "le considerazioni sul rischio sismico" e "il sistema con tunnel subalveo perchè occorrerebbero delle gallerie di raccordo molto lunghe" che arriverebbero ad oltre 45 km senza interruzioni per quella ferroviaria (sarebbe la terza più lunga del mondo) e di circa 21 km per quella stradale (sarebbe la seconda più lunga del mondo), soluzione che costringerebbe "gli utenti a passare lungo tempo in galleria".

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