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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Maggio è il mese della ritirata del virus: Sicilia gialla, manca solo l'ufficialità

La sola regione d'Italia che molto probabilmente sarà in arancione da lunedì è la Valle d’Aosta. Il coprifuoco alle 23 da lunedì 24 maggio e l'Rt ospedaliero: come cambiano le regole per la gestione dell'emergenza con il governo Draghi

Tutta gialla o quasi. La sola regione che molto probabilmente sarà in zona arancione da lunedì 17 maggio è la Valle d’Aosta. Ci sono alcuni territori che nei giorni scorsi temevano una retrocessione dalla zona arancione alla zona gialla: non dovrebbe accadere. A breve intanto l'indice di contagio Rt sarà superato e al suo posto farà l'esordio il tasso di occupazione degli ospedali e delle terapie intensive, che viene chiamato attualmente Rt ospedaliero mentre il coprifuoco si sposterà alle 23 dal 24 maggio.

Le zone gialle e arancioni col monitoraggio del 14 maggio

Da lunedì dunque l'Italia sarà molto realisticamente tutta zona gialla con l'eccezione della regione alpina, che dovrà attendere il monitoraggio del 21 maggio per scalare definitivamente nella fascia con minori limitazioni. Oggi in zona rossa non c'è nessuna Regione o Provincia autonoma, in zona arancione ci sono Sicilia, Valle d’Aosta e Sardegna, in zona gialla il resto del Paese. I segnali dagli ospedali sono ogni giorno più chiari: proprio come l'anno scorso, sebbene con numeri diversi, maggio è il mese della ritirata del virus (quest'anno molto più lenta che nel 2020 però). 

Molto dipenderà allora dall’indice di trasmissibilità Rt, sufficiente fino a oggi anche da solo a fare scattare le restrizioni: se dovesse raggiungere il valore di 1 e si realizzassero in contemporanea tutti i fattori di rischio necessario al passaggio di zona allora la possibilità per la Lombardia di finire in arancione non è da sottovalutare. Tutto sarà risolto se le nuove regole sull'Rt fossero contenute in un nuovo decreto da varare entro la fine di questa settimana, magari nel weekend, così che venga applicato da subito dal ministro della Salute Roberto Speranza con le nuove ordinanze attese per il fine settimana dopo il report dell'Istituto Superiore di Sanità del 14 maggio.

Zona bianca: chi l'ha messa nel mirino

I numeri sono chiari: i contagi sono in discesa e se i trend sarano confermati e parallelamente assisteremo all'introduzione dei nuovi parametri, potrebbero vedere la zona bianca all'orizzonte Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna. Non subito, però: a tutte e tre servirebbero tre settimane di monitoraggio Iss a partire da domani. La zona bianca può essere istituita soltanto quando ci sono meno di 50 casi su 100 mila e questo livello si mantiene da 3 settimane (almeno). Oltre ai contagi bassi si deve essere in presenza di uno scenario 1 (una situazione simile a quella di luglio e agosto) e di un rischio determinato dai vari parametri basso.

A marzo, quando mezza Italia era in zona rossa, la Sardegna sperimentò per tre settimane la zona bianca. Un po' di respiro per tante attività economiche, ma per la gestione del contagio fu un mezzo disastro. Tre settimane dopo il passaggio in zona bianca ci fu le retrocessione in zona arancione, il 12 aprile in zona rossa. Le scelte spettano ai singoli governatori, e c'è da scommettere che stavolta si procederà con i piedi di piombo per non compromettere i mesi clou della stagione estiva ormai alle porte. In zona bianca potrebbero aprire le palestre, le piscine, sì alle cene fuori anche al chiuso. Il coprifuoco per la Sardegna passò dalle 22 alle 23,30. 

"Il modello adottato in questi mesi ha funzionato e ci ha consentito di affrontare la seconda e terza ondata senza un lockdown generalizzato, ma con specifiche misure territoriali - ha dichiarato ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel suo intervento al vertice con le regioni -. Ora, nella nuova fase, caratterizzata dal forte avanzamento della campagna di vaccinazione e dai miglioramenti dovuto alle misure adottate, lavoriamo con l'Iss e con le regioni per adeguare il modello immaginando una maggiore centralità di indicatori quali l'incidenza e il sovraccarico dei servizi ospedalieri".

L'attuale mappa dell'Italia mostra solo 3 regioni arancioni. Da lunedì ne dovrebbe restare soltanto una. La voglia di ripartire è tanta e va di pari passo con la necessità di tenere la massima prudenza e di preferire una gradualità nelle scelte.

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