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Cronaca Patti

Ritardi nei tamponi, poca assistenza domiciliare e operatori senza Dpi, j'accuse dei sindaci del distretto D30

Mentre oggi pomeriggio si torna in aula per la mozione di censura presentata da Pd, M5s e Cento passi nei confronti dell'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, i primi cittadini scrivono alla regione e all'Asp. Segnalati disservizi e paradossi

Ritardi gravissimi per avere l'esito dei tamponi, assistenza domiciliare non adeguata e presidi sanitari senza neanche dipositivi di protezione.

E' il quadro a tinte fosche tracciato dai sindaci del Distretto Socio Sanitario D30 in merito all'emergenza epidemiologica da Covid-19. Mentre oggi pomeriggio si torna in aula per la mozione di censura presentata da Pd, M5s e Cento passi nei confronti dell'assessore regionale alla Salute Ruggero Razza, i sindaci scrivono proprio all'assessore,  al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci e al direttore generale dell'Asp Paolo La Paglia per denunciare - si legge nella nota - “ancora una volta, le disfunzioni e le inefficienze del sistema sanitario territoriale in questa difficile emergenza sanitaria che stiamo vivendo”.

La nota è firmata dai sindaci dei Comuni di Patti (Capofila), Brolo, Ficarra, Floresta, Gioiosa Marea, Librizzi, Montagnareale, Oliveri, Piraino, Raccuia, San Piero Patti, Sant'Angelo di Brolo, Sinagra e Ucria.

“Sono insostenibili i gravi ritardi che si registrano nel fornire l’esito dei tamponi effettuati dall’Usca - segnalano i sindaci  -  ciò comporta pesantissime ripercussioni a livello psicologico, sociale ed economico nei confronti delle famiglie in isolamento, specialmente quelle a basso reddito. Appare, quindi, necessario migliorare, in primis, la funzionalità del laboratorio d’analisi dell’Ospedale Cutroni Zodda di Barcellona ed occorre portare la sua operatività H/24, dotandolo di adeguato personale e integrando le strumentazioni esistenti. Ma è di fondamentale importanza rendere subito funzionali, con personale qualificato e idonei strumenti, altri laboratori ospedalieri della stessa Asp 5 e rafforzare, con adeguata dotazione organica e strumentale, anche il laboratorio del Policlinico universitario, per dare risposta adeguata al crescente numero di tamponi da processare”. 

Sott'accusa anche l’assistenza territoriale che “va rafforzata per evitare il collasso delle strutture ospedaliere e del nostro sistema sanitario”.

Secondo i primi cittadini “appare indispensabile l’immediato potenziamento del Dipartimento di Prevenzione presso l’Asp di Patti che, vista l’esiguità degli operatori, cui va il nostro personale plauso e ringraziamento, nonostante i lodevoli sforzi e l’abnegazione, non riesce a smaltire, con la necessaria tempestività, l’enorme mole di lavoro che scaturisce dal numero dei contagi. In quest’ottica, anche l’annunciato potenziamento delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale, deve essere subito attuato e rivolto concretamente anche nella direzione di ripristinare quell’assistenza sanitaria domiciliare che è venuta clamorosamente a mancare, con gravi disagi nei confronti delle categorie più deboli: gli anziani, le persone sole e coloro che hanno preesistenti patologie. Bisogna riprendere i controlli diagnostici e terapeutici a domicilio oltre che la fondamentale attività di prevenzione e assolvere, così, oltre che ad una funzione prettamente sanitaria, anche sociale e solidale”.

I sindaci segnalano anche il paradosso delle richieste di intervento da da parte degli operatori dei presidi sanitari del nostro territorio, in relazione alla mancanza o scarsa dotazione degli indispensabili presidi sanitari (DPI). “Atteso il fatto che nel territorio del Distretto, precisamente nel Comune di Librizzi, è stato allestito uno dei tre Centri Operativi della Protezione Civile che si occupa dello stoccaggio e della distribuzione di tutto il materiale sanitario occorrente alle Asp Siciliane, la circostanza appare paradossale - scrivono -  Si chiede, pertanto, di rivedere immediatamente il sistema di distribuzione dei DPI ed autorizzare i Direttori Sanitari dei Presidi Ospedalieri della Provincia a ritirare il materiale loro assegnato direttamente presso il suddetto Centro, ottimizzando così sia le tempistiche di approvvigionamento, sia i costi da sostenere”.

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