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Cronaca Barcellona Pozzo di Gotto

Carcere di Barcellona, sicurezza zero: per la Cgil mancano 50 agenti

Sopralluogo con il coordinatore di Funzione pubblica Stefano Branchi, dopo l'aggressione del 2 maggio. “Abbiamo trovato una situazione sconvolgente”

«Una situazione sconvolgente». E' una pennella choc quella che usano per definire la situazione nel carcere i Barcellona Pozzo di Gotto i sindacalisti della Cgil. A preoccupare soprattutto le misure di sicurezza e le carenze di personale.

E' quanto emerge dal sopralluogo che si è svolto il 14 maggio da parte del coordinatore provinciale Fp Cgil Giovanni Spanò (nella foto), il coordinatore regionale Alfio Giurato Alfio e il coordinatore nazionale Stefano Branchi, per verificare le condizioni di criticità della struttura penitenziaria. Nel corso della verifica i rappresentanti della Funzione Pubblica Cgil hanno potuto constatare lo stato di estrema emergenza in cui sono costretti ad operare gli agenti in servizio.

Il sopralluogo segue l'ultimo “incidente” nella casa circondariale del 2 maggio, quando un detenuto ha aggredito alcuni agenti della polizia penitenziaria ed il Cosp ha chiesto anche l'intervento del sottosegretario Marrone.

Secondo gli esponenti della Fp Cgil mancano 50 poliziotti su una pianta organica che ne prevede 166. «A ciò si aggiunge - spiegano i sindacalisti -  che quasi il 50% delle unità presenti risulta temporaneamente assegnato ai sensi della legge 104/92, con tutte le conseguenze che ciò determina». 

Il carcere di Barcellona, con le sue 220 unità risulta anche sovraffollato. Una delle piaghe delle carceri italiani da Nord a Sud.

Giovanni Spanò-3

“Sin dall’ ingresso in istituto - raccontano i rappresentanti della Cgil - si è potuto appurare la carenza di personale dettata dalla scopertura del sensibile posto di servizio, quale il “Block House”, facendo carico tutto su l’unico agente montante presso la “Portineria”, peraltro già impegnato a svolgere tutta una serie di compiti quali: apertura cancelli, registrazione e controllo su tutto il personale/mezzi (operatori penitenziari, familiari detenuti, detenuti art.21….) sia in entrata che in uscita, gestione chiavi degli armadietti dove vengono custodite le armi individuali ecc…

«Giunti all’interno dell’area detentiva – continuano Spanò, Giunta e Branchi - la situazione rimane invariata. I posti di servizio scoperti si fanno sempre più numerosi. I passeggi detenuti sia delle sezione Atsm (articolazione per la Tutela della Salute Mentale), maschile e femmine, sia le sezioni detentive, sono sorvegliate solo ed esclusivamente dalle telecamere e ciò riduce al minimo la sicurezza, gravando sull’unico agente di sezione costretto a ricoprire anche quattro posti di servizio».

Altro problema riscontrato, anche se già denunciato in passato dalla Fp Cgil, è quello inerente la gestione critica dell’ VIII sezione dell’Atsm, dove, a distanza di anni, manca ancora un protocollo per la sua gestione tra l’amministrazione penitenziaria e l’assessorato alla Salute della Regione Sicilia, lasciandone quindi la gestione all’esiguo personale di Polizia Penitenziaria, non del tutto attinente a tale esercizio. Di fronte a tali criticità, il coordinatore nazionale Branchi si è quindi impegnato a riportare a livello Dipartimentale tutte le criticità rilevale l’Istituto, «al fine di rivendicare tutti i diritti calpestati ai Lavoratori della Polizia Penitenziaria».

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