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De Luca, il piano di riequilibrio e il rischio di incandidabilità

C'è attesa per l'udienza dell'8 febbraio alla Corte dei conti. Il sindaco: "Uno dei momenti più difficili della mia vita amministrativa". Gli scenari in caso di bocciatura

“Quello con la Corte dei Conti è un appuntamento importantissimo che riguarda il destino della città di Messina e anche il mio”.

C’è attesa per le decisioni dei giudici contabili a cui l’8 febbraio saranno presentate le controdeduzioni sui rilievi mossi al piano di riequilibrio. Non nasconde i rischi e le preoccupazioni, il sindaco di Messina Cateno De Luca che oggi è tornato a parlare del nodo bilanci che si intrecciano inevitabilmente con gli scenari politici in città e alla Regione.

“Si è trascinata questa situazione dei debiti della città, di tutte le porcherie, da oltre trent’anni. Sono arrivato io e ho preso il fuoco con le mie mani perché il vero piano di salvataggio di questa città l’ho fatto io”.

Un piano che potrebbe rappresentare la chiusura di una situazione debitoria trentennale ma che – in caso di esito negativo da parte della Corte dei Conti – prevede sanzioni dei responsabili dell’eventuale dissesto che possono portare anche all’incandidabilità per i prossimi dieci anni.

“Perché secondo voi chi mi ha preceduto ha giocato col piano di riequilibrio e lo ha lasciato lì, perché secondo voi c’era la volontà di dichiarare il dissesto e lavarsene le mani. Per non essere coinvolti nell’eventuale piano di fallimento del piano di riequilibrio. Ora sento sproloquiare tutti questi maestri della contabilità pubblica… alcuni erano anche consiglieri comunali. Cosa hanno fatto fino ad oggi? Dove erano? Sono il simbolo della vigliaccheria politica”.

De Luca non ha nascosto che questo è uno dei momenti più difficili della sua vita amministrativa. “La notte non dormo, studio rigo per rigo, parola per parola la relazione alla Corte dei Conti e rivedo tutti i passaggi fatti fino ad ora”.

De Luca ha rinviato le dimissioni di una settimana proprio per affrontare l’udienza alla Corte dei Conti. Solo a partire da quella data e da quel responso si potrà aprire davvero la campagna elettorale.

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