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Risanamento, De Luca alla Regione: “Al Comune di Messina manca un tesoro di 140 milioni di euro”

Il sindaco De Luca affida alla prefetta una nota con tutte le somme che non sono state trasferite al Comune di Messina. Una ricognizione a partire dalla legge 10 del '90 con i 500 miliardi di vecchie lire messi a disposizione dall’allora governo Nicolosi

Una lettera indirizzata alla Regione, affidata alla prefetta Cosima Di Stani, per “una operazione verità” e chiedere i fondi già assegnati “che non si sa più che fine hanno fatto”.

E’ quella scritta dal sindaco Cateno De Luca dopo la ricognizione dei fondi con il vicesindaco Carlotta Previti per il risanamento di Messina. Una ricognizione a partire dalla legge 10 del 90 con i 500 miliardi di vecchie lire messi a disposizione dall’allora governo Nicolosi.

 “Su 500 miliardi di vecchie lire, 260 milioni di euro circa, vengono impegnati circa 180 milioni in 30 anni. Mancano all’appello 80 milioni di euro”,  ha detto De Luca rivolto all’assessore Marco Falcone che aveva messo in dubbio la capacità di spesa di Arisme.

De Luca chiede ora, tramite la prefetto commissaria straordinaria per il Risanamento, di conoscere l’iter amministrativo e i tempi per il trasferimento delle somme.

“Non è finita qui, perchè dei 180 milioni impegnati per lo sbaraccamento e il risanamento – ha detto De Luca – non sono stati trasferiti al Comune di Messina circa 60 milioni. A conti fatti: 80 mancano dall’origine (dall’assegnazione prevista dalla legge a quelle effettivamente impegnate) e 60 si sono persi per strada, mai trasferiti al Comune di Messina. In totale alla città di Messina manca un tesoro di 140 milioni di euro”.

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