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Sindaco a rischio sospensione, la Severino incombe su Palazzo Zanca

Il giudizio di Appello sul presunto Sacco di Fiumedinisi in caso di condanna di Cateno De Luca avrà effetti anche politici sul futuro dell'amministrazione. Cosa prevede la legge dell'ex ministro di Giustizia e quali le ipotesi in ballo. Il caso simile di Buzzanca nel 2003 e quello differente di Genovese nel 2005

Il terremoto politico è dietro l'angolo. Come già vissuto al Comune nel 2004 con l'ex sindaco Giuseppe Buzzanca dichiarato decaduto per la condanna in giudicato legata alla famosa vicenda dell'uso dell'auto blu da presidente della Provincia di Messina. Al Comune venne nominato dal ministero degli Interni il commissario Bruno Sbordone con i soli poteri di giunta, il Consiglio restò in carica. Stavolta sindaco è Cateno De Luca che a settembre attende il giudizio di Appello al processo per il presunto sacco di Fiumedinisi che ieri ha portato al rinvio all'undici settembre della decisione. 

Rinvio all'undici settembre del processo sul presunto Sacco di Fiumedinisi 

Cosa succederà tra due mesi? Due le ipotesi: se De Luca come avvenuto nel 2017 otterrà anche in appello l'assoluzione dai reati imputati contro la Pubblica Amministrazione potrà proseguire il mandato elettorale che i messinesi gli hanno conferito nel 2018. In caso di condanna, invece, tra i reati in valutazione dai giudici di Secondo Grado c'è l'abuso di ufficio durante il mandato da sindaco di Fiumedinisi, per effetto della legge Severino la sospensione dell'attuale primo cittadino di Messina e metropolitano sarà immediata. La legge Severino che porta il nome del ministro di Giustizia del 2012  (governo tecnico Monti) riguarda pure candidati ed eletti negli Enti locali che abbiano riportato condanne anche non passate in giudicato. Tra i tre provvedimenti previsti Cateno De Luca rischia la sospensione (le altre due ipotesi sono decadenza e incandidabilità) fino a un massimo di diciotto mesi. Se in Cassazione sarà ribaltata la condanna di Secondo grado De Luca potrà ritornare dopo mesi in carica ma nel frattempo sarà nominato un commissario che assumerà i poteri della giunta. La sospensione fissata dalla legge Severino ha valore retroattivo e prevede, anche a nomina avvenuta regolarmente, la sospensione di una carica comunale, regionale e parlamentare se la condanna avviene dopo la nomina del soggetto in questione. Per coloro che sono in carica basta anche una condanna non definitiva per l'attuazione della sospensione che può durare per un massimo di 18 mesi.

Messina ha già vissuto oltre al caso Buzzanca eletto sindaco nel 2003 altri iter di commissariamento ma differenti per tipologia; nel 2006 l'allora giunta retta da Francantonio Genovese venne dichiarata decaduta per il ricorso amministrativo dei socialisti del Nuovo Psi di Gianni De Michelis esclusi dalle amministrative del 2005. Quelle elezioni furono considerate nulle con nomina del commissario regionale Gaspare Sinatra che assunse sia i poteri di giunta che quelli del Consiglio comunale. Nel 2012, invece, il governo Buzzanca bis restò senza vertice per le dimissioni dell'allora esponente di Alleanza nazionale e Popolo della Libertà che scelse di candidarsi all'assemblea regionale e lasciare il mandato da sindaco; fino alle elezioni del 2013, vinte da Renato Accorinti, fu nominato commissario l'ex procuratore capo Luigi Croce.  

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