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Il Partito Repubblicano approva ordine del giorno sulla questione morale

Ad illustrarla, al Congresso nazionale, è stato il messinese Pietro Currò, segretario regionale del partito: “Niente pregiudicati, condannati o inquisiti per reati gravi, nelle liste elettorali, negli organi dei partiti e nella pubblica amministrazione”

La “questione morale” tra gli ordini del giorno del 50 ° Congresso Nazionale del Partito Repubblicano che si è tenuto a Roma. Ad illustrare la mozione, poi approvata, è stato il segretario regionale del PRI Sicilia, Pietro Currò. 

“La questione morale e la lotta alla corruzione sono tra i temi più gravi e sentiti nel nostro Paese anche in considerazione del fatto che gli affari delle mafie rappresentano una holding finanziaria che incide per oltre 220 miliardi annui sul PIL nazionale”, ha detto Currò che ha ricordato anche le parole di Giovanni Spadolini mentre era Presidente del Senato: "la questione morale è una grande questione politica. La maggiore delle questioni politiche alle quali è necessario dare risposta se si vuole salvare una democrazia che si articoli nella vita dei partiti". 

Il Partito Repubblica, quindi, si vuole caratterizzare come il partito della questione morale

con una battaglia continua nella quale scegliere le alleanze politiche in base ai programmi di partiti che condividano questa scelta prioritaria.

“Come diceva il giudice Paolo Borsellino, vittima di cosa nostra assieme alla sua scorta nella strage di via d'Amelio il 19.7.1992 – ha detto ancora Currò - i politici non solo devono essere onesti ma devono anche apparire onesti".

Il Pri chiede quindi “niente pregiudicati, condannati o inquisiti per reati gravi, nelle liste elettorali, negli organi dei partiti e nella pubblica amministrazione”.

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