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Cronaca

Caronia, Viviana non si è suicidata: "Il suo corpo sotto il traliccio per una messa in scena"

I primi riscontri del criminologo Carmelo Lavorino e del medico legale Antonio Della Valle. I consulenti di parte scartano l'ipotesi del folle gesto. Possibile l'azione di un soggetto ignoto. Su Gioele: "Escludiamo azione violenta da parte della madre"

Sulla morte di Viviana Parisi e del figlioletto Gioele Mondello, arrivano nuovi riscontri dal lavoro del criminologo Carmelo Lavorino e del medico legale Antonio Della Valle. I due professionisti sono a capo di un' equipe di esperti, chiamata dalla famiglia tramite i legali Pietro Venuti e Claudio Mondello, per tentare di risolvere quello che ormai è a tutti noto come il giallo di Caronia.

A dieci giorni dall'incarico, i consulenti di parte scartano con decisione la tesi secondo cui la donna si sarebbe suicidata. "Più andiamo avanti - spiega a MessinaToday il criminologo Lavorino - e più ci convinciamo che la signora Parisi non si è tolta la vita. Allo stato attuale non ci sono dati forensi o qualsiasi altra traccia che possa spingerci a pensare al gesto estremo. Il corpo della donna sembra essere stato messo in posa e composto ai piedi del traliccio, un mix tra una messa in scena e un atto di matrice psicologica da parte di un soggetto ignoto. La posizione del cadavere lascia adito, inoltre, ad ulteriori dubbi". Una dichiarazione tutt'altro che marginale che va ad avallare la tesi dello stesso Daniele Mondello e dei legali della famiglia Parisi, mai disposti a credere all'ipotesi omicidio-suicidio mentre il procuratore Angelo Cavallo, titolare delle indagini, aveva già escluso che madre e figlio possano essere stati aggrediti.

Lavorino e Della Valle stanno analizzando tutti gli elementi fin qui in loro possesso, in attesa di recarsi personalmente nei boschi di Caronia dove lo scorso agosto si è consumata la tragedia. Al vaglio degli esperti ci sono le foto delle due scene del crimine, le relazioni tecniche di natura medico-legale e parte del fascicolo aperto dagli investigatori, i cui consulenti hanno chiesto ancora tempo per sciogliere le riserve. "Come giustamente ha detto il procuratore Cavallo - dice Lavorino - non si può escludere alcuna possibilità, noi siamo pronti a collaborare con gli investigatori affinché si arrivi a una verità certa e oggettiva".

Nei prossimi giorni si ripartirà quindi dall'esame del corpo della 43enne di origini torinesi. Ma fin qui il team di esperti tende a escludere la morte per precipitazione. Altre risposte potranno arrivare solo dall'analisi scientifica delle fratture  sul corpo della donna. 

Resta più difficile ricostruire cosa ha ucciso il piccolo Gioele. Le poche ossa ritrovate dall'ex carabiniere Giuseppe Di Bello hanno fin qui fornito pochi elementi. "Tuttavia - ha chiarito il criminologo - ci sentiamo di escludere un'azione violenta della madre ai danni del piccolo". 

Il team, composto anche dallo psicologo Enrico Dellicompagni, i tecnici Marco Petrone e Gaetano Bonaventura e dall'addetto alla sicurezza Tony Carbone, sarà a Caronia nelle prossime settimane. Previsti sopralluoghi e ulteriori riscontri analitici. 

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