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Cronaca

Pressioni per truccare il concorso al Policlinico: "Non ti scordare la cassetta di frutta che mi ha mandato Navarra"

I retroscena dell'inchiesta del Nas sul chirurgo Gaspare Gulotta, che coinvolge il Policlinico di Messina. Avrebbe creato "un sistema del tutto illegale in cui spadroneggiava impunito". Il ricorso a pizzini inviati per posta e al linguaggio criptico in cui i bandi diventavano "cassate"

Saranno interrogati oggi dal gip di Palermo alcuni indagati dell’inchiesta  del Nas dei carabinieri, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, su presunti concorsi truccati che coinvolge anche Messina.

Gaspare, Eliana e Leonardo Gulotta (i primi due ai domiciliari, l'altro – specializzando all’Università di Messina - interdetto per un anno dai pubblici uffici) saranno sentiti dal gip Donata Di Sarno che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare, sottoponendo altri 10 indagati alla stessa interdizione, mentre per altri 10 la Procura non aveva chiesto misure. I tre potranno così fornire una loro versione dei fatti al giudice e difendersi dalle accuse.

Il prof, il salotto privato e i giochi di potere al Policlinico: "Questo ha la cattedra a Roma grazie a me..."

Dall’indagine, che coinvolge anche il chirurgo di Messina Giuseppe Navarra, Gaspare Gulotta, a capo del dipartimento e arrestato venerdì scorso, avrebbe potuto fare - indisturbato ed "impunito" - ciò che voleva. Dall'inchiesta del Nas dei carabinieri, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, non emergono solo i concorsi truccati per favorire i propri allievi prediletti, ma anche interventi abusivi e fantasma, nonché visite fatte dal professore (al costo medio di 150/200 euro) totalmente in nero, ma garantendo, secondo l'accusa, una corsia preferenziale in ospedale ai pazienti.

Il gip: "Piazzare i fedelissimi per perpetuare il potere"

"Piazzare" i propri fedelissimi pilotando i concorsi, secondo il gip, sarebbe servito a Gulotta e al collega Adelfio Latteri (interdetto anche lui), col quale avrebbe avuto un "patto di alternanza" nella scelta dei candidati, alla "perpetuazione del loro potere all'interno del Dipartimento", facendo vincere "soggetti a loro fedeli e riconoscenti, capaci di rispettarne il prestigio e il volere anche nel futuro e anche in vista del pensionamento. Gulotta in particolare mirava inoltre a predisporre un ambiente accademico confacente agli interessi dei suoi figli, entrambi giovani medici, affinché essi venissero favoriti nelle progressioni di carriera". 

"Registri falsificati e operazioni mai eseguite dal prof"

A falsificare i registri che avrebbero attestato la presenza del professore Gulotta in sala operatoria quando invece non ci sarebbe neppure entrato sarebbero stati, infatti, proprio i suoi "fedeli" collaboratori, tra cui Antonino Agrusa (il suo pupillo), Giuseppe Di Buono e Giuseppe Salamone, tutti indagati e interdetti per un anno. In questo modo avrebbero garantito "a Gulotta lo svolgimento di attività didattiche, che possono consistere anche nel tutoraggio agli studenti in sala operatoria", scrive il gip. Un do ut des, insomma: il candidato avrebbe vinto i concorsi anche a discapito di colleghi con più meriti grazie agli sponsor e agli accordi sottobanco e in cambio sarebbe stato "a disposizione" di chi l'avrebbe favorito.

Le sale operatorie come "palestra" per il figlio 

Per il figlio Leonardo, specializzando all'università di Messina, le sale operatorie del reparto diretto da Gulotta sarebbero state una sorta di palestra: secondo l'accusa avrebbe assistito senza autorizzazione a diversi interventi e per giunta mentre sarebbe risultato in malattia, grazie a un falso certificato medico rimediato dal professore. "Tu domani mattina arrivi là (a Messina, ndr) alle 10 - diceva Gulotta al figlio - ti senti male così diventa credibile" e "a me servono i certificati per trasferirti a Palermo". Il professore avrebbe poi preso contatti con il pronto soccorso del Policlinco, dove subito i medici si sarebbero messi a sua disposizione: "Se oltre a quel che gli serve tu mi scrivi... oggi viene al pronto soccorso ed è ricoverato". E così sarebbe andata. Dopo due giorni Leonardo Gulotta era stato dimesso ed era entrato in gioco il medico di famiglia che, senza visitarlo, avrebbe fatto il certificato "con i 15 giorni (di malattia, ndr) che tu avresti deciso", come le ordinava Gulotta.

"Io rischio di non lasciare l'erede..."

Ma il professore Gulotta sarebbe riuscito anche ad ottenere da uno dei membri della prima commissione, il chirurgo del Policlinico di Messina Giuseppe Navarra (indagato ed interdetto anche lui) l'elenco con i punteggi ufficiosi assegnati ai candidati, riuscendo persino a modificarli e a portare così avanti il suo pupillo Antonino Agrusa. Poi però un altro commissario aveva rivisto i punteggi e Agrusa era tornato indietro. E, nonostante questo, la commissione aveva fatto comunque vincere il pupillo di Gulotta ma la gara era stata annullata. Le tribolazioni sarebbero state tante, tra commissari che si sarebbero ammalati ed altri che avrebbero rinunciato. Gulotta diceva a un certo punto, riferendosi a uno dei commissari "quello veniva dato come commissario che è l'unico che doveva obbedire a me al 200% io sospetto... perché questa cosa è particolarmente sintomatica, ti arriva una coltellata così... è stato il padrino di quello (un professore inviso a Gulotta, ndr), che è andato a Roma a dire che se viene a Palermo va a finire in galera? Oppure c'è qualche altra cosa? Non avendo le prove è meglio stare molto attenti". E aggiungeva parlando di due membri della commissione: "Io sono impelagato, io rischio di non lasciare l'erede perché mi trovo tra un Ludovico Docimo (indagato e interdetto, ndr) che è ricoverato e un Pippo Navarra che non lo so che cacchio faccia".

"Mi dicono che se uno viene a Palermo viene denunciato..."

Si era poi arrivati ad un altro componente della commissione che tuttavia avrebbe manifestato delle paure a Gulotta, che le riferiva ad altri: "Gaspare, sai sono stato sorteggiato, faccio rifermiento a te, per me Palermo sei tu... Mi dicono che là è la valle dei leoni, che se uno viene a Palermo viene denunciato, viene fatto... che fa, devo prendere un'altra assicurazione, devo prendere già l'avvocato?". Affermazioni che rendono bene l'idea del clima che ci sarebbe stato in quel periodo.

"Gradirei seguire l'ordine alfabetico, quelli con la A"

Gulotta avrebbe poi cercato di convincere Docimo sulla scelta di Agrusa, fingendo - secondo la Procura - di parlare di libri: "Io seguirei l'ordine alfabetico... io andrei per quelli datati con la lettera A... Li sto classificando, gradirei per ordine alfabetico..." e Docimo: "Se ti trovi a venire ti faccio vedere 'sta bella biblioteca... Perché se pigli un libro di urologia, solo perché l'autore in ordine alfabetico viene prima e lo metti in mezzo a tutta una serie di libri di neurochirurgia, dico, per dire, ci stona?".

"Ti manderei una cassata..."

Stesso linguaggio criptico con Navarra: "Mi vuole incontrare perché vogliamo fare un archivio storico di libri", diceva Gulotta e l'altro replicava: "Se tuo figlio questo fine settimana viene a casa, ti manderei una cassata... Anzi mi hanno fatto mangiare oggi un dolce, una cosa che non conoscevo, le pesche... ti mando una guantiera di pesche". In realtà sarebbero stati recapitati gli elenchi con i punteggi provvisori dei candidati, che Gulotta avrebbe anche ritoccato a favore di Agrusa. Il professore raccomandava quindi al figlio Leonardo (indagato e interdetto per un anno) di portare a casa "la cassetta di frutta di Navarra": "Attento, non ti scordare la cassetta di frutta che mi ha mandato il professore Navarra... perché altrimenti le fragole diventano fradicie... le cose del professore Navarra, di vita e di morte" e lui rispondeva: "Senti papà, io sto per partire, quella busta è con me".

Fonte: PalermoToday.it

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