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Bilancio, Pd e LiberaMe ritirano gli emendamenti e lasciano l'aula. Calabrò: "Rischio esposto per il consiglio"

Mossa a sorpresa da parte dei consiglieri comunali dei due gruppi politici che hanno deciso di abbandonare i lavori del civico consesso

Una decisione inaspettata, quella dei consiglieri del Pd e di LiberaMe, che, non appena iniziata in aula la discussione sugli emendamenti al bilancio, hanno deciso di ritirare le loro proposte e di abbandonare l'aula. A suscitare l'ira dei gruppi politici è stato l'intervento del ragionere generale Antonio Cama che ha ribadito il parere positivo dato al bilancio presentato dalla Giunta, a prescindere dagli emendamenti dei consiglieri che hanno ricevuto, invece, parere contrario dai dirigenti. 

Il dibattito si è spaccato riguardo la possibilità di erogare ulteriori misure economiche di contrasto al covid anche senza il parere dell'aula su cui, invece, è ricaduta la responsabilità. L'approvazione del bilancio non era strettamente connessa, infatti, allo stanziamento dei fondi destinati alla cittadinanza per l'emergenza covid. Come lo scorso anno sarebbe bastato un atto di giunta per mettere a disposizione le somme da destinare agli aiuti. 

"L'impostazione politica dell'amministrazione si basa sullo svuotamento totale dell'ente comune per attribuire tutte le funzioni alle partecipate ma io mi batto in senso opposto - ha commentato Felice Calabrò - La vergogna è proprio quella di poter destinare i fondi ai cittadini anche senza la fretta di votare il bilancio. Queste carte ora voleranno verso altre autorità e in relazione a quanto spiegato da dirigente, ragioniere e collegio dei revisori comunico il ritiro degli emendamenti. Continuerete la seduta senza il Pd e LiberaMe". 

Il contenuto degli emendamenti 

Gli emendamenti presentati dal Pd riguardavano, come ha sottolineato ancora Calabrò in aula, "aiuti fondamentali a sostegno della cittadinanza - ha detto - Erano tutti legittimi indipendentemente dai pareri". Si trattava dell'istituzione degli accompagnatori per bambini e futuri adulti con problemi di disabilità con un investimento di  400.000 euro. Fra le misure a sostegno dei bambini portatori di disabilità e bambini autistici era stata proposto anche l'incremento delle ore di assistenza educativa.

Per quanto riguarda aiuti alimentari e di susstistenza era stato chiesto che si stornasse un milione di euro dall'Amam per potenziare i sostegni economici, penalizzando, in una prima fase, i soldi da stanziare alla partecipata per la pulizia dei tombini. La stessa cifra, secondo un altro emendamento, andava spostata dalla Messina Servizi per potenziare i ristori economici alle imprese e aziende cittadine.

Altri 200 mila euro erano stati chiesti per sostenere le associazioni culturali, teatrali, musicali della città che per il Covid sono ferme da mesi, togliendoli al Teatro "Vittorio Emanuele" che percepisce già i contributi regionali.  Infine altri 60 mila euro erano stati richiesti per potenziare la connettività nei villaggi periferici dotando apparecchi di ripetizione del segnale per sostenere le famiglie dei villaggi con problemi legati alla connessione. 

Le motivazioni del Pd: "Totale chiusura politica dell'amministrazione" 

"Il Partito democratico e i gruppi consiliari PD e Liberame, nella contingenza della pandemia in corso e della conseguente profonda crisi economico-sociale che stanno vivendo i cittadini, avevano tentato, come precipua prerogativa dell'Organoconsiliare, di presentare emendamenti alla proposta di delibera di bilancio previsionale 2021-2023, per renderla piùincisiva in relazione agli aiuti a cittadini ed imprese, rispetto a quella prevista dall'Amministrazione, allocando in appositicapitoli maggiori risorse finalizzate a tale scopo", scrivono in una nota congiunta i consiglieri. 

"I consiglieri, quindi, non hanno potuto far altro che prendere atto della totale chiusura politica già espressa dal Sindaco-Assessore al Bilancio, che con tono imperioso ha espressamente dichiarato la sua contrarietà ad ogni, anche minimo,mutamento delle poste in bilancio ad opera del Consiglio comunale. - proseguono - Peraltro, gli stessi pareri tecnici apposti in calce a iloro emendamenti sono stati tutti, e dicasi tutti, emessi negativamente. Tale espressione del loro  parere è stata da noifortemente contestata, con argomenti di ordine tecnico, in quanto frutto di una impostazione tecnico-contabile che di fattomortifica, se non addirittura vanifica, il ruolo stesso di ogni consigliere comunale, privato del suo potere di iniziativaprevisto per legge, e ridotto a mero ratificatore di decisioni altrui", spiegano. 

"Grazie al nostro intervento è  stato anche finalmente chiarito in aula che la riattivazione della family card potevaprescindere dall'approvazione di questo bilancio (la cui scadenza – si ricordi   su richiesta dell'Anci nazionale è stataprorogata al 31/03/2021) ed essere prevista in una apposita e snella delibera di giunta. - proseguono - Alla luce di ciò, e constatata anche l'assenza in aula del Sindaco-Assessore proponente la delibera, abbiamo ritenuto inevitabile, anche per non essere tacciati di ostruzionismo rispetto ai tempi di approvazione della proposta di delibera, diritirare tutti gli emendamenti, e conseguentemente di non prendere più parte alla discussione ed al voto su una deliberarispetto alla quale abbiamo constatato che potevamo rappresentare solo la figura di meri esecutori acritici e nonpropositivi. Per il rispetto della città, dei ruoli delle istituzioni democratiche votate dai cittadini, abbiamo deciso di dire no", concludono. 

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