I carabinieri hanno scoperto l'arma nell'abitazione di vicolo San Vito a Campobello di Mazara che il boss ha comprato grazie al suo alter ego Andrea Bonafede e che ha utilizzato negli ultimi mesi di latitanza. Scoperte anche delle cartucce
I Ros a Castelvetrano nell'ultima dimora prima dell'inizio della latitanza. Le forze dell'ordine hanno scovato una collezione di occhiali a goccia usati dal boss, oltre a bottiglie di champagne, vecchie foto e alcuni libri
L'opera dell'artista Laika, per ragioni ignote, è stata tolta. Campeggiava all'ingresso del carcere de L'Aquila dove il superlatitante catturato la scorsa settimana è adesso detenuto al 41-bis
L'operazione messa a segno dai Ros è stata documentata da un video. Andrea Bonafede, ritenuto il prestanome del boss Matteo Messina Denaro, è stato catturato ieri
L'uomo, nipote del reggente di Campobello di Mazara, è finito in carcere per associazione mafiosa e i magistrati non credono alla sua versione. Avrebbe assicurato identità, covo, cure e macchine all'ex superlatitante già a partire dal 2020. Per le ricette si sarebbe rivolto al "dottor Tumbarello"
I carabinieri del Ros hanno sentito anche il concessionario che ha venduto la Giulietta al boss, che l'avrebbe pagata con un sistema tracciabile. Perquisita la casa del figlio dell'autista. Indagini per risalire ad una donna che avrebbe vissuto con l'ex superlatitante in vicolo San Vito
Il gelataio piemontese, ma di origine palermitana, ha curato la latitanza dei boss Graviano ed è stato condannato per favoreggiamento. Negli anni '90 ha reso dichiarazioni a Firenze, ma senza riscontri. Sul superlatitante ha ribadito: "Ne ha per poco". Indicando in "ambito palermitano" la fonte della clamorosa notizia dell'arresto
Lo ha detto il vescovo emerito della diocesi di Mazara del Vallo, che oggi ha celebrato messa nella parrocchia Madonna di Fatima di Campobello, a pochi passi dal covo di vicolo San Vito. L'appello ai fiancheggiatori: "Chi sa, parli"
Si tratta di Pietro Mazzagatti, la scoperta degli uomini dell'Antimafia dopo un'intensa attività di indagine. Due le persone arrestate, ritenute appartenenti al clan del barcellonesi
Il racconto di una donna in un video di Tv2000: "Stavamo anche nella stessa stanza, era una persona gentile, molto gentile. Ci sono anche mie amiche che hanno il suo numero di telefono"
Altri particolari sulla cattura del superlatitante svelati durante una conferenza stampa: nei giorni scorsi aveva fatto anche un controllo oculistico. Caccia ad altri fiancheggiatori nel Trapanese. Già chiesto il 41 bis: "Le condizioni di salute sono compatibili con il carcere"
Gli inquirenti hanno appreso 3 giorni fa che stamattina aveva un appuntamento per sottoporsi a delle cure oncologiche. Era stato operato alla Maddalena a maggio scorso e utilizzava documenti falsi, a nome di Andrea Bonafede. Nessuno, né pazienti, né medici o infermieri in questi mesi lo ha mai riconosciuto. Arrestato anche l'uomo che era con lui
Cappellino, cappotto di montone e occhiali da vista scuri: ecco le prime immagini del superlatitante catturato stamattina alla clinica Maddalena mentre esce dalla caserma San Lorenzo di via Perpignano. Il capomafia è stato poi spostato all'aeroporto di Boccadifalco
L'unico siciliano è Giovanni Motisi (Cosa Nostra), ricercato dal 1998 per omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso: il 10 dicembre 1999 sono state diramate le ricerche in campo internazionale
Grande euforia in via San Lorenzo: i carabinieri festeggiano, mentre c'è chi li applaude e li ringrazia. Nelle immagini anche la cattura di un fiancheggiatore del boss trapanese
Le reazioni dal mondo della politica dopo l'arresto del super latitante. Il presidente Schifani: "un grande giorno per la Sicilia e per l'Italia intera"
Secondo il senatore, la serie Tv ripropone "l’antico stereotipo per il quale un’opera costruita in Sicilia non può essere immune da ingerenze della mafia"
Per essere più persuasivo l'indagato aveva fatto leva sull'asserita appartenenza alla famiglia mafiosa dei batanesi. Il trentanovenne è stato quindi condotto in carcere
Lo ha deciso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, dopo il rinvio della Cassazione. Erano stati chiamati in causa dall’imprenditore di Barcellona Pozzo di Gotto, Maurizio Marchetta e si sono "pentiti" dopo la condanna in primo grado
L'accusa invoca la massima pena per l'omicidio del 48enne avvenuto nel lontano 2001. Secondo le rivelazioni di un pentito, la vittima aveva tentato l'estorsione ai danni di un imprenditore ritenuto vicinissimo al boss Bernardo Provenzano
I particolari di una sentenza destinata a fare storia. Sono in tutto 600 gli anni di carcere inflitti la scorsa notte dai giudici del tribunale di Patti